Autrice: Gesualda Finizio (Planet of Diversity ODV)
Ottobre 2025
Negli ultimi anni il mondo ha assistito a una trasformazione senza precedenti. L’intelligenza artificiale, la sostenibilità ambientale e le sfide sociali si sono intrecciate in un’unica grande questione: come restare umani in un mondo sempre più automatizzato e diseguale.
Da una parte, la tecnologia promette di abbattere barriere: persone con disabilità possono oggi comunicare, muoversi e lavorare grazie a dispositivi intelligenti e software inclusivi. Dall’altra, la stessa innovazione rischia di creare nuove disuguaglianze tra chi può accedervi e chi no.
Ecco perché l’inclusione non può più essere un valore accessorio, ma deve diventare la base di ogni sviluppo.
Secondo i dati delle Nazioni Unite, entro il 2030 oltre 1 miliardo di persone nel mondo avrà bisogno di tecnologie assistive. Tuttavia, solo una su dieci avrà realmente accesso a strumenti adeguati. Il problema non è solo economico, ma culturale: serve una società che metta la persona prima del profitto, la dignità prima dell’efficienza.
In diverse parti del mondo stanno nascendo progetti straordinari:
L’obiettivo globale non è solo digitalizzare, ma umanizzare.
Perché ogni progresso tecnologico, se non è accompagnato da empatia e consapevolezza, rischia di lasciare indietro proprio chi avrebbe più bisogno di avanzare.
Come diceva Papa Francesco:
“La misura del progresso non è ciò che abbiamo, ma ciò che siamo capaci di condividere.”
Gesualda Finizio
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